Sta proseguendo con esito positivo il corso di formazione per volontari dell’Hospice, di scena presso l’Aula Malattie Infettive (Padiglione 56 terzo piano) dell’Ospedale Sacco.
Tanti i temi discussi. A partire dalla basi stesse: si definisce cura palliativa «l’assistenza medica attiva ai pazienti la cui malattia non risponde più alle normali cure mediche; deve occuparsi del dolore e degli altri sintomi nonché dei problemi di natura psicologica, sociale e spirituale correlati alla malattia» Lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ricorda anche l’obiettivo stesso delle cure palliative: il «raggiungimento e mantenimento della massima qualità di vita possibile per il paziente e per i suoi familiari». In tal senso, non sorprende che l’èquipe di cure palliative presenti figure quali medico, infermiere, psicologo, oss, volontario, assistente sociale e assistente spirituale.
In quest’ottica – è uno degli argomenti descritti nel corso – è presto definita l’importanza dell’Hospice. Il ricovero spesso avviene quando le risorse familiari non sono adeguate alla gestione del paziente a casa e/o quando le condizioni del paziente non consentono la gestione domiciliare. Il ruolo del volontario è complesso: occorre acquisire consapevolezza delle motivazioni che sottostanno al proprio agire per rendere l’esperienza del volontariato ricca e gratificante per sé e per gli utenti. Le motivazioni nel tempo possono mutare: è importante monitorarle.
L’esperienza del volontariato offre l’opportunità di procedere verso, ad esempio: la capacità di stare in un gruppo; l’elaborazione dei propri lutti e delle proprie perdite; una maggiore conoscenza di sé; consapevolezza e gestione delle proprie emozioni; l’acquisizione di maggiori competenze relazionali ed empatiche.
Questi sono solo alcuni spunti usciti in occasione del corso, che proseguirà sino a giugno. Per informazioni: operativo@ahmis.it