Don Proserpio invita a riflettere su quanto sia importante non sentirsi soli davanti alla malattia, alla morte, al dolore. La sua è una testimonianza che non pretende risposte definitive, ma che ci ricorda il valore di una presenza silenziosa, fatta di sguardi, gesti, prossimità: “Anche chi non crede in un aldilà può sentire il bisogno di un legame che non si spezza, di una memoria che resta viva, di una presenza che continua in forme nuove”.
Sono parole che risuonano nel lavoro quotidiano di AHMIS, dove il sostegno alle persone malate e ai loro caregiver è fatto di piccole attenzioni, ascolto attento, cura relazionale. Lo sappiamo bene: la fragilità è anche spirituale, e chi vive una malattia cronica o affronta la fine della vita ha bisogno non solo di terapia e assistenza, ma anche di senso, relazione, riconciliazione.
In questo contesto, si inserisce anche una recente novità: la nascita dell’Associazione degli Assistenti Spirituali nella Cura, promossa da SICP (Società Italiana di Cure Palliative) e FCP (Federazione Cure Palliative), per offrire una figura professionale preparata ad affiancare le équipe sanitarie nella gestione di questi aspetti così delicati. Una figura che non ha necessariamente connotazione religiosa, ma che si fa carico della dimensione più intima e profonda della cura: quella del significato, dell’identità, del legame con sé stessi e con gli altri.
Secondo una revisione di 35 studi internazionali, circa il 70% delle persone con malattie avanzate manifesta bisogni spirituali. Eppure, questa è ancora oggi la dimensione più trascurata nei percorsi di cura. L’assistenza spirituale, come ricorda la nuova Associazione, non è un accessorio, ma una necessità umana che riguarda tutti.
AHMIS è, ogni giorno, al fianco delle persone che vivono la malattia e di chi se ne prende cura. E anche dopo la morte, non interrompe il legame, ma continua a essere un punto di riferimento per i familiari e i caregiver, che spesso vivono un dolore silenzioso, difficile da elaborare.
Perché la speranza non è un’illusione, ma una forza che nasce dalla relazione.
E ogni cura davvero profonda inizia da lì.